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domenica 13 ottobre 2013
PSICOTERAPIA UMANISTICA E ANALISI BIOENERGETICA...Un connubio inscindibile
La psicologia umanistica nasce negli anni Settanta, negli Stati Uniti,
sotto l’influenza di quella corrente filosofica definita come
fenomenologico – esistenziale e, fa convergere in sé, il contributo di
autori di diversi orientamenti, sia filosofici che psicologici, che
contrari ad ogni forma di riduzionismo psicologico, si fanno interpreti
e porta voci della necessità di riportare al centro dell’indagine
psicologica la sfera della soggettività e dell’esperienza vissuta.
Tale psicologia che nasce come un movimento di pensiero all’interno
del quale potevano confluire scuole ed orientamenti terapeutici
diversi, intendeva reagire alle concezioni dell’uomo elaborate dalle
due precedenti rivoluzioni psicologiche: la psicoanalisi classica e il
comportamentismo positivistico. Gli psicologi umanistici erano
convinti che la concezione dell’uomo proposta da queste due correnti
di pensiero fosse frammentaria e riduzionista e non fornisse una
spiegazione convincente della realtà umana.
Il comportamentismo riduceva l’uomo ad una macchina animata
unicamente da meccanismi stimolo-risposta rispetto alle sollecitazioni
ambientali, collocandolo in una dimensione astorica e precostituita (il
setting sperimentale), trascurandone la dimensione soggettiva ed
interiore a favore di una sterile oggettività. La psicoanalisi freudiana,
invece, forniva una impostazione biologica dell’uomo, dominato da
forze pulsionali inconsce, talora distruttive, che lo plasmano. Un uomo
schiacciato dalla propria infanzia, condizionato da una natura che
andava incontro inevitabilmente al conflitto con le norme sociali e
destinato a sperimentare intoppi nel suo sviluppo.
In entrambe le scuole di pensiero, quindi, venivano trascurati gli
elementi fondamentali di una personalità sana e consapevole:
l’intenzionalità, la creatività, il libero arbitrio.
Gli psicologici umanisti, invece, per primi proposero una visione
dell’essere umano come “persona globale”, e “unica” nella sua
singolarità. Si tratta una visione sia olistica dell’uomo, in quanto
attribuisce pari valori alle componenti biologiche, psicologiche e
sociali, che ottimistica, in quanto, ne sottolinea le potenzialità
positive: non siamo solo de terministicamente condizionati dalla
nostra storia, ma piuttosto, sono le nostre motivazioni e le nostre
risorse a determinare cosa facciamo della nostra vita.
La psicologia umanistica sposta il focus dell’attenzione dall’uomo
malato all’uomo sano con un significativo ribaltamento nella
concezione di “salute “ e di “malattia”. Questi elementi, considerati
nel “qui ed ora” dell’esperienza dell’ individuo, rendono la Psicologia
Umanistica una vera e propria Psicologia della Salute, intesa come
sviluppo e accrescimento delle potenzialità della persona.
Cambia, ovviamente, anche la modalità di approccio alla problematica
umana, sia in termini di metodi che di obiettivi della ricerca
psicologica. Non si ricercano più i “perché” di un fenomeno ma si
cerca di comprenderlo nella sua interezza.
L’obiettivo diventa la comprensione del soggetto nella sua totalità
individuale: l’organismo è un agente attivo che entra in un complesso
sistema di relazioni con il mondo, per cui non si può comprenderne un
singolo comportamento se non si conosce la sua storia personale, le
sue aspirazioni, se non si colgono, cioè, la sua visione del mondo e la
sua “struttura esistenziale”.
Si tratta di una psicoterapia in cui la funzione del terapeuta è quella di
creare un’ atmosfera di empatia e di accettazione comprensiva, dove
trova spazio non tanto un’interpretazione ma una chiarificazione in cui
si lascia lavorare il “paziente” nel suo percorso di rivalutazione ed
espressione di sé . Lo psicoterapeuta
riconosce, così, nel paziente non solo un essere umano al quale
rapportarsi con rispetto ed empatia, ma anche una persona che può
essere per se stessa lo strumento migliore di esperienza e di crescita.
Lo psicoterapeuta, quindi, non è più l’“esperto” che svela
all’individuo in difficoltà i perché a lui sconosciuti della propria sofferenza (come nella psicoanalisi), o che lo addestra a pensare in
modo più efficace e ad emettere comportamenti più adeguati (come
nell’approccio cognitivo - comportamentista): è, invece, un
facilitatore, che, riconoscendo e valorizzando l’unicità dell’esperienza
umana, affianca la persona nel processo di evoluzione, promuovendo
in essa un processo autonomo di analisi e risoluzione del problema.
Nella mia formazione presso l’Istituto di Psicoterapia Psicoumanitas di Roma ho avuto modo di conoscere e imparare delle tecniche corporee che utilizzo con i miei pazienti e con cui ho ottenuto ottimi risultati; per spiegare cos’è l’Analisi Bioenergetica sento il bisogno di esternare due frasi dei miei docenti che rimarranno per sempre scolpite nella mia anima e nella mia mente: “Le parole sono spesso scuse per non sentire” Dott. Antonio Lo iacono; “Il corpo è il teatro delle emozioni”Dott.ssa Rossella Sonnino
Partendo dall’assunto che la persona umana può e deve essere studiata
nella sua interezza, il corpo ha cominciato ad essere protagonista in
psicoterapia grazie proprio alla psicologia umanistica che al suo
interno ha visto confluire la Bioenergetica di Lowen, la quale si fonda
sull’importante contributo di W. Reich. A lui si riconosce il merito di
aver ampliato ed esteso la tecnica analitica per includervi tutto ciò che
ha a che fare con l’espressione e le attività fisiche del paziente.
L’Analisi Bioenergetica cerca di comprendere la persona nella sua
corporeità attraverso l’espressione corporea e i processi energetici
connessi. Questi processi, cioè, la produzione di energia attraverso la
respirazione e il metabolismo e la scarica di energia nel movimento,
rappresentano le funzioni basilari della vita. È una forma di terapia
che associa il lavoro sul corpo con quella sulla mente.
Una tesi fondamentale della bioenergetica è che mente e corpo si
influenzano a vicenda: quello che succede nella mente si riflette sul
corpo e viceversa.
Noi “non abbiamo un corpo” ma “siamo il nostro
corpo”, espressione della nostra vitalità, del nostro passato, del nostro
presente e delle nostra esperienza personale e interpersonale, delle
nostre consapevolezze, dei nostri processi inconsci, dei nostri moti, e
delle nostre emozioni.
A differenza della maggior parte dei metodi precedenti che, avevano
focalizzato l’attenzione sulla mente, la bioenergetica cerca di capire la
personalità umana dal punto di vista del corpo.
L’analisi bioenergetica si avvale, pertanto, di tecniche specifiche e
sistematiche nel processo psicoterapeutico e che intervengono tanto
sul piano verbale quanto su quello corporeo, cercando di rafforzare il
contatto con la terra/realtà del corpo (grounding), intensificando la
vibrazione naturale del corpo e approfondendo la respirazione,
sviluppando una coscienza psicologica, ampliando le possibilità
espressive di movimento e di fluidità comunicativa.
In definitiva l’analisi bioenergetica è una tecnica che pone le sue
fondamenta proprio sull’importanza d’entrare in contatto con se stessi,
con il proprio vissuto corporeo e con le sue sensazioni ed emozioni.
Nell’Health Center S.R.L., utilizziamo questo tipo di approccio terapeutico; il soggetto all’interno della struttura trova un ambiente accogliente e confortevole, con un personale medico e paramedico altamente qualificato.
Di Cristian Chiappetta Psicologo-Psicoterapeuta
(Estratto da People Life Magazine di Cosenza e Provincia-Novembre 2012)
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