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venerdì 13 dicembre 2013
LA TERAPIA DEL SORRISO IN PSICOTERAPIA
La “Clown Terapia” o terapia del sorriso è molto diffusa nelle strutture ospedaliere, ma oggi, viene utilizzata anche in ambito psicoterapico; soprattutto con pazienti che presentano degli stati depressivi o una depressione grave, stati d’ansia o attacchi di panico. In realtà, la terapia del sorriso è una tecnica che si utilizza all’interno di una psicoterapia individuale, con modalità e tempi gestiti dallo psicoterapeuta. Generalmente, favorisce tutto ciò, una buona alleanza terapeutica e un rapporto empatico ottimale tra il paziente e il terapeuta; infatti, nel momento in cui, si creano le condizioni per attivare questo processo terapeutico, “sorridere” da soli o con l’altro, diventa piacevole e terapeutico. Attraverso la mia esperienza come psicoterapeuta umanista-bioenergeta, ho avuto modo di applicare questo tipo di terapia su diversi pazienti, premesso che, la bioenergetica si occupa di sciogliere i blocchi emotivi e l’azione del sorriso accelera questo processo. Di solito, questa terapia viene messa in atto quando il paziente presenta dei blocchi nella zona addominale, in quanto, quest’area è la sede delle emozioni più profonde, da dove prorompe il piacere e il riso. Bisogna ricordare che, ridere fa rilassare tutto il corpo, il cuore e la respirazione accelerano i ritmi, la tensione arteriosa cala, e i muscoli si rilassano; aumenta la produzione di adrenalina e dopamina, ormoni che regolano la produzione di endorfine ed encefaline che agiscono come analgesici e tranquillanti. La terapia del sorriso viene utilizzata anche nei gruppi di psicoterapia per facilitare le relazioni con gli altri e ridurre l’aggressività. Infatti, durante gli incontri di gruppo, molti pazienti affermavano che stavano imparando a “ridere di pancia” e non di testa; ciò significa che i blocchi emotivi si stavano sciogliendo, riuscendo a rilassare tutto il corpo e ad eliminare le tensioni muscolari. Infine, voglio ricordare che la tecnica del sorriso viene utilizzata non solo con la tipologia di pazienti menzionati sopra, ma con tutti i soggetti, senza nessuna differenza di età e sesso.
Di Cristian Chiappetta Psicologo-Psicoterapeuta
(Estratto da People Life Magazine di Cosenza e Provincia-Novembre 2013)
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