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giovedì 14 novembre 2013
AUTISMO: TRATTAMENTO TERAPEUTICO
Negli ultimi trent’anni sono state molte le considerazioni circa le cause dell’autismo; infatti, inizialmente etichettato come disturbo psichico, con l’aiuto dei genitori dei bambini con autismo, attraverso la cooperazione di associazioni costituite da genitori, ma soprattutto, da madri vittime di interpretazioni errate e colpevolizzanti sull’etiologia dell’autismo, mediante la diffusione dell’informazione e della ricerca neuropsicologica è stato possibile migliorare le strategie di intervento utili per il recupero di queste persone e per far comprendere che non può essere considerata un’affezione psichiatrica classica, ma si tratta di una disfunzione del sistema nervoso centrale che produce varie forme di disabilità. L’autismo è un bambino rannicchiato in un angolo che non risponde ai richiami o che sfarfalla con le mani, impegnato a camminare in punta di piedi, o a correre avanti e indietro; che non parla o che ripete convulsivamente le stesse parole senza scopo, isolato o dondolante, che urla o che piange, con l’amore prigioniero dentro. Ciò che risulta necessario è stabilire, individualmente intendo, un trattamento terapeutico adeguato per migliorare la qualità della vita di queste persone, consentendo loro una discreta autonomia, insegnando loro cognizioni, abilità, competenze, modalità corrette di relazione e di comunicazione utili a realizzare un’indipendenza adattiva. Affinché ciò possa essere tangibile occorre creare concretamente un sistema di interventi adeguato, nell’ambiente in cui vive la persona con Autismo e che persista per l’intero arco della sua vita. Voglio specificare che la parola “trattamento”, non significa guarigione, ma consentire al bambino di acquisire molte abilità per una migliore qualità della vita. Tra i metodi riabilitativi più in uso, ne voglio ricordare due: ABA e PECS; Il primo si fonda sulla modifica del comportamento all’interno di un ambiente strutturato. I bambini con Autismo, specie se piccoli, non hanno ancora strutturato comportamenti significativamente inadeguati: sono più disponibili e facilmente controllabili fisicamente. È necessario che i genitori dedichino più tempo ad insegnare loro le abilità relative all’autonomia di base (vestirsi, mangiare e controllare gli sfinteri), alla comunicazione verbale o alternativa, alla socializzazione, alla modifica del comportamento seguendo le modalità e i suggerimenti forniti dagli specialisti di tale tecnica. La PECS è un sistema di comunicazione basato sullo scambio di immagini; ai bambini viene insegnato ad avvicinare e dare all’altro l’immagine dell’oggetto desiderato in cambio dell’oggetto stesso. Facendo questo, il bambino inizia un atto comunicativo che porta a conseguenze concrete, all’interno di un determinato contesto sociale. È importante che le attività riabilitative abbiano luogo in un ambiente protetto e privo di pericoli e che all’interno dell’equipe non siano presenti solo psicologi, ma almeno uno psicoterapeuta.
Di Cristian Chiappetta Psicologo-Psicoterapeuta
(Estratto da People Life Magazine di Cosenza e Provincia-Ottobre 2013)
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