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martedì 29 giugno 2010
Perche’ un lavoro multidisciplinare ?
Un buon lavoro basato sul principio della colleganza tra più figure disciplinari è una buona risorsa e strategia per una risposta di qualità all’utenza. (Dr.ssa Rosanna Arpino)
Chi è l’utenza? L’utenza rappresenta tutto il range di persone di diverse fasce d’età e per diverse patologie o problematiche; quindi possiamo parlare sia su un versante organico sia della controparte emotiva-personale-sociale ecc. ecc. ; che arrivano per invio o si rivolgono liberamente, o su spinta familiare, a consulenze specifiche.
Un esempio banale un disturbo somatoforme sappiamo nello specifico psicologico che parliamo di un conflitto nevrotico che il soggetto non riesce a mentalizzare (simbolizzare) e che è stato spostato sul piano somatico. Un aspetto multidisciplinare è utile al fine del benessere della persona in quanto l’uno non dovrebbe escludere l’altro, ma insieme lavorare per un risultato, ogni intervento valutato in base al caso o alla soggettività della personalità attraverso analisi mirate bisognerebbe indagare su un piano fisico ed organico, per escludere o evidenziare patologie associate o concorrenti. Su un piano cognitivo , quanto questa condizione provoca dei risultati “invalidanti” o di performance in altre aree. Per valutare un eventuale intervento farmacologico. Su un piano psicologico per:
- trovare il senso del disagio che il soggetto manifesta
-capire come mai si è manifestato proprio in questo momento della vita
-osservare che “vantaggi” offre o ne trae inconsciamente la persona
-notare in cosa non si è più gli stessi
-recuperare l’equilibrio psicofisico attraverso tecniche specifiche, dove necessario attraverso un lavoro personalizzato multidisciplinare
Quando una persona ci porta un disturbo significa che sia su un piano psicologico, fisiologico e sociale; non è stata in grado di attivare o elaborare strategie per fronteggiare un determinato disagio o ostacolo. Senza un adeguato lavoro non si arriva al riconoscimento del perché l’attuazione di quello “schema” e l’approccio farmacologico da solo non basta per essere risolutivo di una modalità che se la persona non controlla andrà a spostarsi in un altro settore della propria vita, o nel ripresentarsi in determinati momenti della vita del soggetto.
Dr.ssa Rosanna Arpino, Psicologo clinico e di comunità, diagnostica e riabilitazione neuropsicologica, Socio Ainp, psicologia giuridica, Socio Aipg; psicodiagnostica dell’adulto e dell’età evolutiva. Riceve per appuntamento 333/3948591,mail:rosannaarpino@alice.it, nella sede di Cassino (fr). PRENOTA SUBITO IL PRIMO COLLOQUIO-CONSULENZA GRATUITA.
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