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martedì 10 febbraio 2009
Articolo: La consapevolezza del Sé
In tutto il percorso terapeutico della psicologia del Sé Multimodale, la consapevolezza si rifà al Sé nelle sue dimensioni più profonde, quelle del recupero e dell’integrazione degli stati affettivi. L’autoconsapevolezza è la capacità di sintonizzarsi sul proprio vero Sé. Questo diventa possibile da parte del paziente solo riscoprendo la consapevolezza del proprio corpo, delle proprie emozioni, dei propri bisogni, delle proprie risorse, della propria storia personale. Recuperando un progetto interno di guarigione che passa necessariamente nella capacità di auto riconoscimento che vuol dire diritto di esistere come persona che agisce e che stabilisce relazioni interpersonali significative. Consapevolezza autoriflessiva è dunque la correlazione tra lo sviluppo del Sé e la capacità di stabilire un attaccamento sicuro e significativo con l’altro. Un Sé stabile e flessibile, dove per stabile si intende continuità e coesione degli stati d’animo e affettivi del Sé. E flessibile diventa la nuova capacità del Sé di apprendere e prendere forma in accordo sia con i propri bisogni e stati affettivi (emozioni e motivazioni) sia con la capacità di integrare nuove relazioni interpersonali. E’ il recupero profondo del significato della propria vita. Solo un Sé consolidato e integrato può essere anche flessibile e stabile; il rischio contrario è la dissociazione. Nel percorso di vita di un individuo le emozioni sono tante, così come i sentimenti che fluiranno; ovviamente i fattori scatenanti che conducono alla consapevolezza del Sé, sono le motivazioni intrinseche e estrinseche. Il paziente che decide di intraprendere un percorso terapeutico è spinto da una forte motivazione, qualunque essa sia, intrinseca o estrinseca, generalmente la prima. Chiaramente tanto quanto siano forti la o le motivazioni, il paziente porta con sé nelle prime sedute molti freni inibitori, che con un ciclo continuo di terapia tenderanno a dissolversi, lasciando spazio al Sé emergente. La consapevolezza del Sé, ad esempio, in un paziente che abbia fatto un ciclo annuale di psicoterapia, ovviamente con una frequenza di almeno una volta a settimana, fa notare, in esso, un netto miglioramento della stabilità e della flessibilità del Sé; quando non c’è alcun progresso si sfocia nella patologia. In ultimo, tengo a precisare che, la consapevolezza del proprio Sé produce un notevole cambiamento dell’assetto di vita di un individuo: in quanto si modificano gli approcci interpersonali e a volte avvengono dei cambiamenti radicali. Anche il rapporto con il proprio corpo muta, sentendosi stimolato nella ricerca di nuovi bisogni. Tutto ciò non deve provocare timore in chi decide di intraprendere una terapia individuale, poiché la consapevolezza serve a riappropriarsi della propria vita ascoltando i propri bisogni e vivendo “il qui ed ora”.
Cristian Chiappetta
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