Le problematiche relative alla comunicazione tra genitori e figli, a mio avviso, non derivano dal progresso e dalle svariate tecnologie; spesso, molti genitori, acquistano strumenti tecnologici per fornire ai propri figli “un oggetto transizionale” o (esperienza transizionale), termine introdotto dallo psicoanalista Donald Winnicott per spiegare come un oggetto materiale sia capace di soddisfare, nel lattante, la rappresentazione di un qualcosa relativo al possesso e all’unione con la madre. L’oggetto transizionale di Winnicott era rappresentato da un orsacchiotto o da una copertina e la sua funzione era quella di fornire al bambino un modo per facilitare l’angoscioso passaggio dal me al non-me, dal mondo interno al mondo esterno, attraverso una zona intermedia, di margine, “tra me e l’altro”.
Nella società odierna, l’oggetto transizionale di Winnicott esiste, ma persiste nell’età preadolescenziale, in quanto viene fornito dai genitori, che per esigenze di vita regalano ai propri figli video games, cellulari e computers; Questi “oggetti”, creano una dipendenza psichica, poiché escludono il soggetto dal mondo esterno. Le basi della comunicazione si costruiscono all’interno del nucleo familiare, costituita dalla triade (madre, padre e figlio); quando tutto ciò non avviene, o per meglio dire, il preadolescente o l’adolescente non viene ascoltato si creano dei disagi nella sfera sociale e soprattutto individuale. Infatti, molti adolescenti presentano dei sintomi legati alla mancata o alla scarsa comunicazione, come, per esempio: tic nervosi, balbuzie, stati d’ansia associati a stati depressivi e, in alcuni casi fenomeni di dissociazione. Alcuni bambini tra i 3 e i 5 anni vengono definiti iperattivi; spesso l’iperattività esprime la rabbia accumulata e lo stato d’ansia per la scarsa comunicazione, infatti questi bambini riescono a raggiungere un’ottima comunicazione con adulti esterni al nucleo familiare. In base alla fascia d’età è importante intervenire attraverso una psicoterapia individuale e successivamente familiare, per stabilire le cause e ristabilire una comunicazione soddisfacente.
Cristian Chiappetta
Psicologo-Psicoterapeuta
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giovedì 26 luglio 2018
GENITORI E FIGLI: LE CAUSE DELLA SCARSA COMUNICAZIONE
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